Beethoven l'inventore del jazz?
Anche se il purista troverà sempre il modo di rabbrividire davanti ad un disco dal titolo "Jazz on Beethoven" - immaginando le peggiori torture inflitte alle note immortali del Titano - l'accostamento tra l'autore della "Patetica" e le note blu ricorre tra musicisti e studiosi più spesso di quanto non si creda, al punto che qualche temerario si è persino spinto a definire Beethoven "l'inventore del jazz".
Il motivo? Negli ultimi anni della produzione beethoveniana - in cui videro la luce, oltre alla Nona Sinfonia, soprattutto visionari quartetti e sonate per pianoforte - non mancano i passaggi musicali che paiono anticipare di quasi un secolo l'era dello swing. Il caso più celebre è certamente la terza, spettacolare variazione dell'Arietta della Sonata op. 111, definito un rag-time ante litteram, ma troviamo esempi simili e altrettanto stupefacenti nella quarta Bagatella dell'op. 126, nel finale del Quartetto op. 132, nell'Agnus Dei della Missa Solemnis e in molti altri brani ancora.
Le armonie ardite e soprattutto le sequenze ritmiche sincopate fanno certamente correre il pensiero verso la New Orleans del primo Novecento anziché la Vienna del diciannovesimo secolo, ma non devono trarre in inganno: non solo il contesto di riferimento è ovviamente diverso, ma anche il senso di questi elementi nella logica del discorso musicale è tutt'altro. Note blu e contrattempi costituiscono le pietre angolari del vocabolario jazzistico, mentre per Beethoven certe sequenze sono funzionali al principio della varietà in un'architettura musicale compatta, solidamente ancorata a principi formali "classici".
Se l'accostamento superficiale appare quindi pretestuoso, esistono tuttavia sintonie più profonde che meritano di essere evidenziate. La prima è il percorso che conduce Beethoven a queste sperimentazioni, frutto da un lato dello studio della musica antica - in particolare della polifonia rinascimentale, con le sue ricercatezze contrappuntistiche e ritmiche - e dall'altro dell'interesse per la musica popolare. I cicli di folksongs armonizzati dal Titano - a partire da melodie irlandesi, scozzesi, ma anche polacche, svizzere e persino italiane - sono un episodio sottovalutato della sua produzione, ma costituiscono uno straordinario laboratorio di invenzioni musicali, basti citare il sorprendente Highland Harry, caratterizzato da sonorità che non si possono definire altrimenti che "country".
Il dialogo tra elementi colti e popolari è lo stesso terreno fertile sul quale germoglierà il primo jazz, nutrito dalle radici africane del blues e dalle forme musicali europee. Ma c'è di più: anche se oggi abbiamo smarrito questa consapevolezza, Beethoven era noto fra i contemporanei anche come grande improvvisatore al pianoforte e l'estemporaneità del suo atto creativo appare evidente in molti suoi brani, specialmente nelle sonate per il suo strumento. Certo, il labor limae del compositore dà a queste opere la compattezza e la rigorosa logica formale che ben conosciamo, senza però cancellare le tracce di intuizioni musicali nate nel libero esercizio della fantasia. Ce ne sarebbe abbastanza, crediamo, per giustificare la scelta di Cieli Vibranti di celebrare il 250° compleanno del Titano con il progetto "Jazz on Beethoven", commissionato ad un musicista di grande talento come Giovanni Colombo, che ha accolto con entusiasmo la sfida di rileggere alcuni temi beethoveniani celebri per un'originale formazione in trio. Ma vogliamo osare di più: indipendentemente dalle connessioni storiche e culturali, siamo convinti che la reinvenzione della musica del passato non sia una mancanza di rispetto, ma il processo naturale attraverso cui ogni forma d'arte si sviluppa e che ne conserva intatta forza e grandezza. La musica di Beethoven non ne risulta offuscata, anzi, dimostra una volta di più la sua inesauribile vitalità, la sua capacità di parlare linguaggi diversi senza perdere la sua identità. Ogni epoca, del resto, ha la sua voce; ma la lezione dell'arte è immortale.
Fabio Larovere, Andrea Faini - Direzione artistica Cieli Vibranti
